Nel seguire il fil rouge che caratterizza l’edizione 2022, il Festival supera frontiere artistiche e geografiche arrivando con The Sound of Dunes, mostra fotografica di Jean-Marc Caimi | Valentina Piccinni (dal 6 al 19 dicembre allo Spazio Musa) fino all’Africa sahariana e all’immensità del deserto, in Mauritania. Qui, a pochi chilometri dal confine e dai molteplici conflitti che affliggono il Mali, si trova l’enorme campo di M’Berra, rifugio di 50.000 profughi. Intere famiglie affrontano il caldo della traversata, la scarsità di acqua e di cibo per mettersi in salvo. Nonostante le dure condizioni di vita, nel campo accade qualcosa di straordinario: una “scena musicale” prende vita grazie a un gruppo di musicisti tuareg e arabi, che, per suonare, sfruttano al massimo i pochi strumenti disponibili e materiali riciclati d’ogni genere. In performance improvvisate simili a rituali, indossano i loro abiti migliori ed eseguono canzoni piene di nostalgia e di speranza per dare un po’ di sollievo a se stessi e agli altri rifugiati.
Nel maggio del 2017, il dj e conduttore radiofonico Raffaele Costantino a.k.a. Khalab e il fotografo Jean-Marc Caimi, su invito della ONG Intersos, hanno raggiunto il campo. Il primo per effettuare le session di registrazione che hanno portato alla realizzazione di “M’Berra”, l’album, pubblicato nel 2021 dall’etichetta Real World di Peter Gabriel, con cui le musiche raccolte nel deserto e rielaborate sono diventate un successo internazionale. Il secondo per raccontare con la macchina fotografica il miracolo creativo che stava avvenendo davanti ai suoi occhi. La mostra racconta quest’avventura attraverso una selezione di 18 scatti, perfetto contraltare visivo a quel misto di antiche melodie, blues, improvvisazione e scampoli di futuro che è il “suono delle dune”.
